Documentary Archivi - Alessandro Tesei https://www.alessandrotesei.com/portfolio-category/documentary/ "Art is the tool to be used for the recovery of cosciences, the will, the key to enter into relationship with human's thought" Joseph Beuys Fri, 13 May 2022 09:51:08 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=5.9.10 https://www.alessandrotesei.com/wp-content/uploads/2022/04/cropped-favicon-ale-tesei-32x32.jpg Documentary Archivi - Alessandro Tesei https://www.alessandrotesei.com/portfolio-category/documentary/ 32 32 UGANDA – The welcome model https://www.alessandrotesei.com/portfolio/uganda-the-welcome-model/ Tue, 26 Jun 2018 16:36:33 +0000 https://www.alessandrotesei.com/?post_type=portfolio&p=5594 Nel 2013 è scoppiata in Sud Sudan una feroce guerra civile, che non accenna a terminare. Ad oggi quasi un milione e mezzo di rifugiati, di cui oltre l'85% donne e bambini, vivono nella confinante Uganda, un paese non certo ricco, ma estremamente generoso, che ha messo in campo delle politiche che consentono ai rifugiati […]

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Nel 2013 è scoppiata in Sud Sudan una feroce guerra civile, che non accenna a terminare. Ad oggi quasi un milione e mezzo di rifugiati, di cui oltre l'85% donne e bambini, vivono nella confinante Uganda, un paese non certo ricco, ma estremamente generoso, che ha messo in campo delle politiche che consentono ai rifugiati di contare su diritti a loro negati in altri paesi delle Nazioni Unite.

Tra i rifugiati ci sono sopravvissuti ad attacchi armati, violenza sessuale, bambini che sono stati separati dai loro genitori o che hanno viaggiato da soli, disabili, anziani e persone che hanno bisogno di cure mediche urgenti. In Sud Sudan, le guerre politiche ed etniche sono esplose e ci sono 5,5 milioni di persone in tutto il paese che hanno urgente bisogno di cibo e assistenza umanitaria. In questo momento, la crisi nel Sud Sudan rappresenta l'emergenza umanitaria in più rapida crescita al mondo. Il Sud Sudan non ha sbocco sul mare ed ha ottenuto l'indipendenza dal Sudan solo nel 2011. Confina con Sudan, Etiopia, Kenya, Uganda, Repubblica Democratica del Congo e Repubblica Centroafricana. Nel dicembre 2013 l'escalation di violenza iniziò a Juba, la capitale della nazione, e presto si diffuse, scatenando una guerra civile.

Anche nel vicino Congo la situazione politica è caratterizzata da grande instabilità, e soprattutto al confine con l'Uganda si verificano violenti scontri fra tribù rivali.

Questo ha fatto sì che in moltissimi abbiano cercato la salvezza approdando in Uganda. Il programma di accoglienza ugandese rappresenta un esempio virtuoso, perché permette ai rifugiati di muoversi liberamente per l'intera nazione, e garantisce loro un appezzamento di terreno dove potersi costruire un riparo e iniziare a coltivare per autosostenersi. Questo è possibile anche perché l'Uganda non è una nazione fortemente urbanizzata e gran parte del territorio è inutilizzato e grazie alle numerose ONG che affiancano l'UNHCR, tra cui Save The Children, Danish Refugee Council, ACAV e ai fondi che arrivano dalle Nazioni Unite.

Le modalità di inserimento dei rifugiati nella comunità sono particolarmente veloci, variano dai tre ai sei giorni, durante i quali i rifugiati vengono identificati, curati, vaccinati in vari punti di raccolta e di appoggio temporaneo, fino a che vengono rilocati nel terreno assegnatogli dal governo.

I campi rifugiati, presenti soprattutto a Nord Ovest e Sud Ovest sono diventati veri e propri villaggi, come il Rhino Camp, che abbiamo scelto come base, nel distretto di Arua, che conta oltre 70.000 persone, dove chi fugge dalla guerra può cercare di ricostruirsi una vita, con difficoltà, in povertà, ma mantenendo la propria dignità di essere umano.

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BURNING BIKINIS – Malta woman’s rights https://www.alessandrotesei.com/portfolio/burning-bikinis-malta-womans-rights-2/ Thu, 26 Apr 2018 08:53:16 +0000 https://www.alessandrotesei.com/portfolio/burning-bikinis-malta-womans-rights-2/ Burning Bikinis - bikinis, society, women "Burning Bikinis - Bikinis, society, woman", è un impietoso ritratto della società maltese e della sua percezione della donna, una riflessione su una delle società patriarcali fra le più radicate in Europa ed il primo tentativo di ricostruzione storica sui movimenti femministi maltesi, nati ad opera di una donna […]

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Burning Bikinis - bikinis, society, women

"Burning Bikinis - Bikinis, society, woman", è un impietoso ritratto della società maltese e della sua percezione della donna, una riflessione su una delle società patriarcali fra le più radicate in Europa ed il primo tentativo di ricostruzione storica sui movimenti femministi maltesi, nati ad opera di una donna italiana, Paola Vietri, ad inizio degli anni '80.

C'è un problema culturale radicato a Malta, in cui oltre il 50% della popolazione, secondo gli ultimi sondaggi, preferisce la morte della donna in gravidanza, pur di evitare un aborto. Le donne che hanno complicazioni durante il parto, nella maggior parte dei casi non vengono nemmeno assistite dal personale medico maltese, per evitare il rischio di aborto, così molte di loro sono costrette a viaggiare all'estero per essere aiutate.

Malta era ed è una nazione dove l'ingerenza della chiesa cattolica è fortissima, e dove il corpo della donna ancora viene considerato come proprietà maschile. L'aborto è illegale e punito con tre anni di carcere, mentre la pillola del giorno è di difficilissimo reperimento. Il divorzio è possibile solo dal 2011, dopo un sofferto referendum vinto a malapena con il 53%.

LINK Vimeo della "aditus Foundation" per vedere Burning Binkinis

Lenght: 64 '
Production: aditus Foundation
Co-production: Subwaylab
Production's year: 2017
Research: Antonella Sgobbo, Carla Camilleri
Directed by: Alessandro Tesei, Emmanuel Farah
Screenplay: Alessandro Tesei, Emmanuel Farah
OST: Etnika, Matteo Cincopan, The Poets
VFX: Subwaylab
Editing: Subwaylab, Alessandro Tesei, Emmanuel Farah
Supported by: Art Council Malta, U.S. Embassy Malta, German Embassy Malta,European Parliament Malta
Translations ENG/ITA: Emmanuel Farah, Alessandro Tesei

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CHERNOBYL – Tarkovsky’s profecy https://www.alessandrotesei.com/portfolio/chernobyl-the-zone/ Thu, 26 Apr 2018 07:59:51 +0000 https://www.alessandrotesei.com/?post_type=portfolio&p=5374 Il 26 aprile del 1986 esplode il reattore numero quattro della centrale nucleare Lenin, a Chernobyl, in Unione Sovietica. L’incubo radioattivo investe l’Europa e fa tremare il mondo. Si crea una zona di alienazione di 2.600 metri quadrati, al cui interno, fra boschi e fiumi, trovano spazio numerosi villaggi, strutture militari, e la grande città […]

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Il 26 aprile del 1986 esplode il reattore numero quattro della centrale nucleare Lenin, a Chernobyl, in Unione Sovietica. L’incubo radioattivo investe l’Europa e fa tremare il mondo.

Si crea una zona di alienazione di 2.600 metri quadrati, al cui interno, fra boschi e fiumi, trovano spazio numerosi villaggi, strutture militari, e la grande città fantasma di Prypiat, che all’epoca dell’incidente contava circa 50mila abitanti.

È qui, nella città morta, che passano le loro giornate gli “stalker”, un termine che indica gli appartenenti a gruppi più o meno organizzati che nascono con sempre più frequenza tra la gioventù Ucraina. Le loro fonti d'ispirazione sono il libro di fantascienza "Picnic sul ciglio della strada" dei fratelli Strugatzkj e il capolavoro "Stalker" di A. A. Tarkovsky, oltre al videogioco "S.T.A.L.K.E.R."

Gli stalker penetrano illegalmente nella zona di alienazione, camminano per giorni nei boschi, trovando riparo nei villaggi abbandonati che incontrano sul loro cammino, nascondendosi dai militari che pattugliano l’area, ed affrontando i rischi legati all’esposizione radioattiva e alla possibilità di incontrare animali selvatici quali lupi ed orsi.

Per raccontare la loro storia, abbiamo compiuto insieme al fotoreporter Pierpaolo Mittica, un viaggio illegale di oltre 50 Km nei boschi radioattivi, alla volta di Prypiat, dove questi ragazzi passano anche intere settimane.

THE ZONE - ROAD TO CHERNOBYL

"The Zone - Road to Chernobyl" è un lungometraggio documentario che racconta una generazione perduta, i figli di Chernobyl.

Gli "stalker", giovani ragazzi ucraini, che, ispirati dalla Zona dei fratelli Strugatzkij e di Tarkovskij, entrano nella Zona di alienazione di 2500 Km quadrati che circonda la centrale nucleare, e vivono tra i villaggi abbandonati e la città morta di Prypiat. Un racconto di viaggio, fra i pericoli di un territorio ostile e contaminato, ma anche un grande racconto di libertà e di ricerca interiore.

LINK per vedere "The Zone - Road to Chernobyl" su Amazon Prime Video

Lenght: 90 '
Year of production: 2018
A Subwaylab production
Directed by: Alessandro Tesei, Pierpaolo Mittica
Screenplay by: Alessandro Tesei, Pierpaolo Mittica
Soundtrack by:  Luca Lampis
Sound Design by: Luca Lampis
Editor: Subwaylab studio - Alessandro Tesei
Cgi, Art Director: Alessandro Tarabelli - Mirco Bruzzesi
Rus-Ita Traslations: Marta la Greca - Oleg Rumyantsev
Title’s Artwork:  Alessandro Tarabelli
Sponsored by: Mondo in Cammino - mondoincammino.org

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FUKUSHIMA – Tales from no go zone https://www.alessandrotesei.com/portfolio/fukushima/ Thu, 12 Apr 2018 17:21:50 +0000 https://www.alessandrotesei.com/?post_type=portfolio&p=5268 L'11 marzo 2011, un terremoto di magnitudo 9,0 ha colpito il Giappone nord-orientale, seguito da un violento tsunami che ha devastato 500 Km di costa sull'Oceano Pacifico. Circa 20.000 persone fra morti e dispersi. Terremoto e tsunami danneggiano gravemente i sistemi di raffreddamento della centrale nucleare di Fukushima Dai-ichi, causando varie esplosioni e la fusione […]

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L'11 marzo 2011, un terremoto di magnitudo 9,0 ha colpito il Giappone nord-orientale, seguito da un violento tsunami che ha devastato 500 Km di costa sull'Oceano Pacifico.

Circa 20.000 persone fra morti e dispersi.

Terremoto e tsunami danneggiano gravemente i sistemi di raffreddamento della centrale nucleare di Fukushima Dai-ichi, causando varie esplosioni e la fusione di tre noccioli.  La prefettura di Fukushima ordina l'evacuazione di circa 8.000 persone nei 3 Km di diametro dalla centrale nucleare.  Viene poi consentito l'uso di acqua di mare per il raffreddamento di emergenza dei reattori nucleari.

Ad oggi 300 tonnellate di acqua radiattiva vengono ancora quotidianamente riversate in mare, e il governo giapponese ha ristretto la zona di esclusione dopo un'operazione di decontaminazione sommaria dell'area. Con questa strategia si stanno forzando le persone a tornare nella no go zone, non lasciando loro alcuna alternativa.

FUKUSHAME

Lenght: 65 '
Year of production: 2012
A Teatro Primo Studio – Film Beyond production
Directed by: Alessandro Tesei
Screenplay by: Alessandro Tesei, Matteo Gagliardi
Soundtrack by:  Otolab, Giulio d’Agostino, CPFQ
Sound Design by: Monier G. Quartararo
Special Contributors: Pierpaolo Mittica
Executive Producers: Christine Reinhold, Matteo Gagliardi
Editor, Cgi, Art Director: Matteo Gagliardi
Jap-Ita Traslations: Nao Ishiyama (Assistant: Roberto Agostini)
Title’s Artwork:  Satomi Yanagibashi
Sponsored by: Moroni & Partners

Sette mesi dopo l'incidente nucleare, Alessandro Tesei, fotoreporter italiano, riesce ad entrare nella no go zone portandosi fino ad a un chilometro dalla centrale, aiutato da un gruppo di animalisti dell'associazione “Animal Forest”.

Il lungometraggio documentario "Fukushame - The lost Japan" raccoglie le immagini di questo viaggio, numerose interviste, fra cui quello del sindaco di Minamisoma Katsunobu Sakurai e dell' ex premier giapponese Naoto Kan, oltre a contributi speciali di rilevanza scientifica, aprendo una finestra sulla reale pericolosità del nucleare civile.

AWARDS

ENERGY AWARD

Cinema Verde Film Festival 2013 (USA)

BEST FEATURE DOCUMENTARY - YELLOW OSCAR

Uranium Film Festival 2014 (Brazil)

ONLINE PRESS RELEASE

Cinematografo.it
Cinemaitaliano.info
la Repubblica.it
Mymovies.it
Panorama.it
Hollywood Party – Radio3
Sentieri Selvaggi
InsideArt
Close Up
Cineuropa
Vogue
Cinemonitor – Osservatorio Cinema
Movieplayer

FUKUSHIMA NO DAIMYO

Lenght: 20 '
Production's year: 2014
Directed by: Alessandro Tesei
Screenplay: Alessandro Tesei
Soundtrack: Giulio d’Agostino
Special contributions: Pierpaolo Mittica
Editing: Alessandro Tesei
Calligraphy artwork: Massimiliano Giorgi
Translations JAP/ITA: Nao Ishiyama
Translation assistant: Roberto Agostini

Special supporter: Mondo in Cammino
www.mondoincammino.org

Distribution: DDB

openddb.it

A distanza di quasi due anni dall'incidente di Fukushima, Masami Yoshizawa, l'allevatore che si è rifiutato di lasciare la zona di evacuazione, si racconta in un'intervista angosciante, dove spiega quella che è diventata la sua missione: la terra è definitivamente compromessa e l'inquinamento non potrà mai essere cancellato. Cosciente di tutto questo, rimane nella sua fattoria e cerca di far conoscere al mondo le tragiche conseguenze dell'esposizione radioattiva. Allo stesso tempo solleva un'inquietante interrogativo: bisogna fuggire ed abbandonare la propria terra contaminata o accettare l'esposizione e lottare continuando a viverci?
L'intervista funge da spina dorsale del cortometraggio "Fukushima no Daymio" (Il Signore di Fukushima), realizzato durante il mio secondo viaggio in Giappone, con il fotografo Pierpaolo Mittica e il ricercatore Michele Marcolin, ad un anno di distanza, per comprendere i cambiamenti che stavano avvenendo nella no go zone.

AWARDS

BEST SHORT MOVIE
Bonsai Film Festival 2014 (Italy)

JURY AWARD
Capodarco Film Festival 2014 (Italy)

BEST SHORT MOVIE
Life after Oil Film Festival 2014 (Italy)

BEST DOCUMENTARY
Fluvione Film Festival 2014 (Italy)

II PLACE
Cielocorto FF 2014 (Italy)

BEST DOCUMENTARY JAPAN
PiGrecoZen FF 2015 (Italy)

BEST ITALIAN DOCUMENTARY
GeoFilmFestival 2016 (Italy)

OFFICIAL SELECTIONS

Duhok FF (Iraq)
Medway Visions (UK)
Catone FF 2014 (Italy)
Malescorto FF 2014 (Italy)
Festival delle Terre 2014 (Italy)
Altalanga FF 2014 (Italy)
Cinefort FF 2014 (Italy)
Overlook FF (Italy)
Cinema Pistoia FF 2014 (Italy)
AS FF 2014 (Italy)
Lampedusainfestival 2014 (Italy) 
Etrangèr FF (Italy)

ONLINE PRESS RELEASE

Art a part of culture.net
Istituto Italiano di Cultura La Valletta
Cinemaitaliano.info
Capodarcolaltrofestival.it
qdmnotizie.it

Fukushima no Daimyo

"Enter Fukushima", è un cortometraggio che si concentra sull'ingresso illegale all'interno della no go zone a 6 mesi dall'incidente nucleare. Può essere considerato come uno spin-off del lungometraggio "Fukushame - The lost Japan", che vedrà la luce l'anno successivo. Il viaggio nei 30 Km evacuati è ansiogeno, e vuole mettere in scena le sensazioni e le paure dell'autore nel suo ingresso in un luogo sconosciuto e pesantemente inquinato.

Lenght: 18 '
Production: Timeline
Production's year: 2015
Photography: Alessandro Tesei
Directed by: Alessandro Tesei
Screenplay: Alessandro Tesei and Matteo Gagliardi
OST: Giulio d’Agostino/Otolab
VFX: Matteo Gagliardi
Editing: Matteo Gagliardi

AWARDS

Jury "Marche Movie" Award

Tolentino FF 2012

PRESS RELEASE

30formiche.it

le voci dell'inchiesta

culturaitalia.it

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MAYAK – Soviet Apocalipse https://www.alessandrotesei.com/portfolio/mayak-soviet-apocalipse/ Thu, 12 Apr 2018 09:56:24 +0000 https://www.alessandrotesei.com/?post_type=portfolio&p=5294 Nel 1940, a circa 80 chilometri a nord della città di Chelyabinsk, fu costruito il primo complesso nucleare militare sovietico: Mayak. Mayak, confinando a ovest con gli Urali, ed a nord con la Siberia, si trova in una zona protetta, facilmente difendibile ed occultabile. Per 45 anni, in virtù della segretezza legata agli armamenti nucleari, […]

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Nel 1940, a circa 80 chilometri a nord della città di Chelyabinsk, fu costruito il primo complesso nucleare militare sovietico: Mayak.
Mayak, confinando a ovest con gli Urali, ed a nord con la Siberia, si trova in una zona protetta, facilmente difendibile ed occultabile.
Per 45 anni, in virtù della segretezza legata agli armamenti nucleari, l’intera provincia di Chelyabinsk fu interdetta a tutti gli stranieri. Solo nel gennaio del 1992, grazie a Gorbachev, questa parte di Russia venne finalmente alla luce.

Fin dai primi anni '50, iniziarono a manifestarsi gravi patologie legate all’esposizione radioattiva, a causa del riversamento continuo di scorie nucleari all’interno del fiume Techa, tanto che in una zona di 50 chilometri a valle di Mayak furono evacuati 22 villaggi.
La grave contaminazione ambientale di questa regione portò un aumento delle morti a causa di tumore e di malformazioni congenite di circa il 25%, e di sterilità del 50%.

Il seguente è un elenco cronologico delle pratiche e degli incidenti che hanno causato la crisi ambientale:

1949-1952: Circa 76 milioni di metri cubi di rifiuti radioattivi provenienti dalla centrale di Mayak, sono stati rilasciati nel fiume Techa. Oltre 124.000 persone che vivevano lungo le sue rive sono state esposti a radiazioni. Le prime misure di protezione, iniziarono solo nel 1956. Il fiume, secondo fonti ufficiali russe, è attualmente in fase di disattivazione naturale, il che si crede dovrebbe durare qualche centinaio di anni. L'acqua a valle è quasi priva di cesio radioattivo in eccesso, tuttavia il sedimento dell’alveo e le rive del fiume contengono ancora livelli impressionanti sia di cesio che di stronzio.

1957: Il 29 settembre, 1957 un serbatoio di stoccaggio di rifiuti radioattivi liquidi esplose a seguito di un guasto del sistema di raffreddamento e contaminò una superficie pari alla dimensione della Sicilia con radionucleidi di plutonio e stronzio. L'esplosione formò una nube radioattiva sopra le province di Chelyabinsk, Sverdlovsk e Tyumen. Una superficie totale di 23.000 chilometri quadrati fu contaminata e ribattezzata  EURT (East Ural
Radioactive Trace). Questo incidente fu tenuto segreto dal resto del mondo per ragioni disicurezza militare e 10.700 persone furono evacuate in silenzio. Fu rilasciato almeno il doppio dei radionuclidi radioattivi della catastrofe di Chernobyl.

1967: Due laghi naturali indipendenti in prossimità dell'impianto furono scelti per alleggerire la quantità di rifiuti che venivano rilasciati nel fiume Techa. Il lago Karachay per rifiuti ad alto rischio e il lago Staroe Boloto per i rifiuti di livello medio.
Durante la lunga e calda estate del 1967, il lago Karachay si prosciugò, ed i rifiuti radioattivi depositati sul fondo furono esposti a forti venti che sparsero le polveri su una superficie di 2.200 chilometri quadrati. Questo, insieme ad altri incidenti minori e continui, come lo smaltimento dei rifiuti nucleari in altre aree non adibite e le operazioni quotidiane dell’ impianto nucleare-chimico di Mayak, hanno contaminato un'area di 400 Km di diametro e rilasciato nell'ambiente oltre 20 volte la radioattività sprigionatasi dall'incidente di Chernobyl.

La maggior parte delle informazioni sull’impatto del plutonio sulla salute, sono ancora vaghe o inesistenti, anche se, da fonti non governative, si sa che la contaminazione da plutonio ha colpito una zona geografica 10 volte più grande e 100 volte più intensamente popolata di quanto si dichiari in via ufficiale.
Dal 2003 è stato vietato all’impianto di Mayak di riversare materiale radioattivo ad alto rischio nel fiume Techa. Ad oggi, il riversamento continua, seppur con rifiuti di basso livello radioattivo.

Ad Ottobre del 2017 una nube di Rutenio-106 transita sopra l'Europa. Nonostante le smentite ufficiali russe, la pista conduce al di là di ogni ragionevole dubbio a Mayak. Questo l'articolo del quotidiano nazionale italiano "La Stampa" in cui ne parlo approfonditamente:

http://www.lastampa.it/2017/12/06/scienza/ambiente/il-caso/lincubo-radioattivo-di-mayak-minaccia-leuropa-qhjGLJALYCRGe62VryL5WL/pagina.html

Behind the Urals - The nightmare before Chernobyl - Official trailer

"Behind The Urals - The nightmare before Chernobyl", è un lungometraggio documentario del 2014, prodotto da "Mondo in cammino", a seguito della ricerca effettuata nei territori contaminati dalla centrale nucleare di Mayak dai reporter Alessandro Tesei, Pierpaolo Mittica e dal ricercatore Michele Marcolin.

Protagonista del documentario, l'attivista per i diritti umani ed avvocato Nadezhda Kutepova, ora rifugiata in Francia, dopo gravi accuse da parte del governo russo.

Lenght: 64 '
Production: Mondo in Cammino  (mondoincammino.org)
Production's year: 2015
Created by: Pierpaolo Mittica/Alessandro Tesei/Michele Marcolin
Photography: Pierpaolo Mittica
Research: Michele Marcolin
Directed by: Alessandro Tesei
Screenplay: Alessandro Tesei
OST: Mimmo d'Ippolito/Paolo Bragaglia/Giulio d’Agostino
VFX: Leonardo Paolini
Editing: Alessandro Tesei

Translations RUS/ITA: Stefanyia Horoshko/Myroslava Horoshko
English Translation: Heny Maatar
French Translation: Noëlly Pourreyron Maisonrouge/Lara Fitz
Alice Renard/Emeline Barbaro
French Translation Supervisor: Paolo Scampa

PREMI VINTI:

Best Italian Documentary 2016 - Life After Oil Film Festival

Best Italian Documentary 2016 - Vittorio Veneto Film Festival

Special mention - Uranium Film Festival 2015

PRESS RELEASE

http://www.wordsinfreedom.com/behind-the-urals-il-nucleare-prima-di-chernobyl/

Living toxic - Russia

Prize of the Bratislava Regional Chamber of Slovak Chamber of Commerce and Industry at at the International Film Festival EKOTOPFILM – ENVIROFILM 2015

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