Nel 1940, a circa 80 chilometri a nord della città di Chelyabinsk, fu costruito il primo complesso nucleare militare sovietico: Mayak. Fin dai primi anni ’50, iniziarono a manifestarsi gravi patologie legate all’esposizione radioattiva, a causa del riversamento continuo di scorie nucleari all’interno del fiume Techa, tanto che in una zona di 50 chilometri a valle di Mayak furono evacuati 22 villaggi. Il seguente è un elenco cronologico delle pratiche e degli incidenti che hanno causato la crisi ambientale: 1949-1952: Circa 76 milioni di metri cubi di rifiuti radioattivi provenienti dalla centrale di Mayak, sono stati rilasciati nel fiume Techa. Oltre 124.000 persone che vivevano lungo le sue rive sono state esposti a radiazioni. Le prime misure di protezione, iniziarono solo nel 1956. Il fiume, secondo fonti ufficiali russe, è attualmente in fase di disattivazione naturale, il che si crede dovrebbe durare qualche centinaio di anni. L’acqua a valle è quasi priva di cesio radioattivo in eccesso, tuttavia il sedimento dell’alveo e le rive del fiume contengono ancora livelli impressionanti sia di cesio che di stronzio. 1957: Il 29 settembre, 1957 un serbatoio di stoccaggio di rifiuti radioattivi liquidi esplose a seguito di un guasto del sistema di raffreddamento e contaminò una superficie pari alla dimensione della Sicilia con radionucleidi di plutonio e stronzio. L’esplosione formò una nube radioattiva sopra le province di Chelyabinsk, Sverdlovsk e Tyumen. Una superficie totale di 23.000 chilometri quadrati fu contaminata e ribattezzata EURT (East Ural 1967: Due laghi naturali indipendenti in prossimità dell’impianto furono scelti per alleggerire la quantità di rifiuti che venivano rilasciati nel fiume Techa. Il lago Karachay per rifiuti ad alto rischio e il lago Staroe Boloto per i rifiuti di livello medio. La maggior parte delle informazioni sull’impatto del plutonio sulla salute, sono ancora vaghe o inesistenti, anche se, da fonti non governative, si sa che la contaminazione da plutonio ha colpito una zona geografica 10 volte più grande e 100 volte più intensamente popolata di quanto si dichiari in via ufficiale. Ad Ottobre del 2017 una nube di Rutenio-106 transita sopra l’Europa. Nonostante le smentite ufficiali russe, la pista conduce al di là di ogni ragionevole dubbio a Mayak. Questo l’articolo del quotidiano nazionale italiano “La Stampa” in cui ne parlo approfonditamente: http://www.lastampa.it/2017/12/06/scienza/ambiente/il-caso/lincubo-radioattivo-di-mayak-minaccia-leuropa-qhjGLJALYCRGe62VryL5WL/pagina.html “Behind The Urals – The nightmare before Chernobyl”, è un lungometraggio documentario del 2014, prodotto da “Mondo in cammino”, a seguito della ricerca effettuata nei territori contaminati dalla centrale nucleare di Mayak dai reporter Alessandro Tesei, Pierpaolo Mittica e dal ricercatore Michele Marcolin. Protagonista del documentario, l’attivista per i diritti umani ed avvocato Nadezhda Kutepova, ora rifugiata in Francia, dopo gravi accuse da parte del governo russo. Lenght: 64 ‘ Translations RUS/ITA: Stefanyia Horoshko/Myroslava Horoshko PREMI VINTI: Best Italian Documentary 2016 – Life After Oil Film Festival Best Italian Documentary 2016 – Vittorio Veneto Film Festival Special mention – Uranium Film Festival 2015 PRESS RELEASE http://www.wordsinfreedom.com/behind-the-urals-il-nucleare-prima-di-chernobyl/ Prize of the Bratislava Regional Chamber of Slovak Chamber of Commerce and Industry at at the International Film Festival EKOTOPFILM – ENVIROFILM 2015
Mayak, confinando a ovest con gli Urali, ed a nord con la Siberia, si trova in una zona protetta, facilmente difendibile ed occultabile.
Per 45 anni, in virtù della segretezza legata agli armamenti nucleari, l’intera provincia di Chelyabinsk fu interdetta a tutti gli stranieri. Solo nel gennaio del 1992, grazie a Gorbachev, questa parte di Russia venne finalmente alla luce.
La grave contaminazione ambientale di questa regione portò un aumento delle morti a causa di tumore e di malformazioni congenite di circa il 25%, e di sterilità del 50%.
Radioactive Trace). Questo incidente fu tenuto segreto dal resto del mondo per ragioni disicurezza militare e 10.700 persone furono evacuate in silenzio. Fu rilasciato almeno il doppio dei radionuclidi radioattivi della catastrofe di Chernobyl.
Durante la lunga e calda estate del 1967, il lago Karachay si prosciugò, ed i rifiuti radioattivi depositati sul fondo furono esposti a forti venti che sparsero le polveri su una superficie di 2.200 chilometri quadrati. Questo, insieme ad altri incidenti minori e continui, come lo smaltimento dei rifiuti nucleari in altre aree non adibite e le operazioni quotidiane dell’ impianto nucleare-chimico di Mayak, hanno contaminato un’area di 400 Km di diametro e rilasciato nell’ambiente oltre 20 volte la radioattività sprigionatasi dall’incidente di Chernobyl.
Dal 2003 è stato vietato all’impianto di Mayak di riversare materiale radioattivo ad alto rischio nel fiume Techa. Ad oggi, il riversamento continua, seppur con rifiuti di basso livello radioattivo.
Production: Mondo in Cammino (mondoincammino.org)
Production’s year: 2015
Created by: Pierpaolo Mittica/Alessandro Tesei/Michele Marcolin
Photography: Pierpaolo Mittica
Research: Michele Marcolin
Directed by: Alessandro Tesei
Screenplay: Alessandro Tesei
OST: Mimmo d’Ippolito/Paolo Bragaglia/Giulio d’Agostino
VFX: Leonardo Paolini
Editing: Alessandro Tesei
English Translation: Heny Maatar
French Translation: Noëlly Pourreyron Maisonrouge/Lara Fitz
Alice Renard/Emeline Barbaro
French Translation Supervisor: Paolo Scampa
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Alessandro Tesei